Descrizione
La regione circostante San Marzano testimonia la presenza umana fin dal Neolitico, intorno al V millennio a.C., grazie a numerosi ritrovamenti archeologici. Tre aree principali, le contrade La Grotte, La Neviera, e l'area intorno alla Masseria Casa Rossa, hanno evidenziato le prime tracce di insediamenti umani. Nella contrada La Grotte, ad esempio, sono stati scoperti materiali litici come schegge di ossidiana e lame di selce lungo una lama a forma di Y. Inoltre, le pareti della gravina vicino al santuario rupestre della Madonna delle Grazie celano grotte utilizzate come tombe durante la tarda età del bronzo e successivamente adattate ad abitazioni ipogee nell'età altomedievale.
Nella contrada Neviera, vicino al medesimo santuario, è emerso un massiccio muro di confine che potrebbe segnare il limite tra la Chora Tarantina greca e l'area messapica indigena di Oria. Altri indizi di insediamenti antichi includono i resti di un muro monumentale lungo la Strada Provinciale San Marzano-Grottaglie, suggerendo un'area fortificata risalente al V secolo a.C.
Il periodo romano vide San Marzano situato al confine dell'Oria messapica, sotto l'influenza di Taranto, con evidenze di un villaggio, o "Pagus", presso la Masseria Casa Rossa. Numerosi ritrovamenti archeologici, tra cui monete e resti di una villa rustica, testimoniano l'importanza della zona anche in quest'epoca.
San Marzano nel Medioevo
Durante il Medioevo, l'area di San Marzano fu testimone di continue incursioni saracene, spingendo gli abitanti a cercare rifugio in grotte e comunità vicine più sicure. La documentazione storica di questo periodo è scarsa, ma il Castrum Carrellum, menzionato già nel 1196, e altre fonti del XIII secolo indicano una presenza umana costante.
Nel XIV secolo, il casale di San Marzano fu infeudato a Giovanni Nicola De Temblajo, e documenti successivi confermano la sua importanza strategica nella regione. Tuttavia, fu solo nel XV secolo, durante il Principato di Taranto, che il casale, ormai abbandonato, fu dato in feudo a Ruggero di Taurisano con l'intento di ripopolarlo, un progetto che non vide mai la luce.
Demetrio Capuzzimati e l'Insediamento Albanese
Nel tardo XV e inizio XVI secolo, molti casali dell'Albania Tarantina furono ricostruiti e popolati da soldati di Giorgio Castriota Scanderbeg. San Marzano, all'inizio del XVI secolo, apparteneva a Stefano di Mayra di Nardò, che lo vendette a Francesco Antoglietta. La presenza di famiglie corfiote ed epirote a San Marzano suggerisce la formazione di una piccola comunità albanese in questa area.
La vendita del feudo di San Marzano a Demetrio Capuzzimati nel 1530 segnò l'inizio di una nuova era. Capuzzimati, che acquisì anche il feudo adiacente "de li Riezzi", promosse l'insediamento di famiglie epirote, arricchendo la zona con le loro tradizioni e cultura.
Il Marchesato di San Marzano
Il feudo di San Marzano passò attraverso varie mani, dalla famiglia Lopez y Royo, onorata con il titolo di marchese nel 1645, alla famiglia Branai Castriota. Con l'estinzione dei Lopez y Royo, la lotta per il controllo del feudo vide coinvolta Elena Branai Castriota, che riuscì a mantenere la proprietà del territorio. Dopo la sua morte, il feudo passò a vari eredi fino a diventare proprietà della famiglia Galluccio.
Con l'abolizione dei feudi nel 1806, il marchese Filippo Bonelli contestò la successione, portando alla nomina di suo figlio Pasquale come marchese di San Marzano. L'ultimo marchese, Raffaele Bonelli, vendette il Palazzo marchesale e i terreni circostanti ad Angelo Casalini nel 1929, la cui famiglia mantiene la proprietà fino ad oggi.
Questa narrazione offre uno sguardo affascinante sulla storia di San Marzano, dal Neolitico all'Antichità, attraverso le vicissitudini medievali e l'insediamento albanese, fino all'era dei marchesi, riflettendo la ricca tapezzeria di culture e influenze che hanno plasmato questa terra nel corso dei millenni.